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07.04.2006

Risposta: housing presso terzi a titolo di favore *

E' possibile, ovviamente. Necessarie alcune accortezze.
La gratuità non deve far credere che non vi siano obblighi, anche se una parte e' disposta ad assumerseli.
E' piu' che opportuno poi, ai fini della privacy ma anche di normative penali o in caso di contestazioni con dipendenti per l'uso degli strumenti informatici aziendali, avere un contratto che precisi esattamente quello che si fa. Anche se a titolo gratuito e di favore. Diversamente chi ospita il server corre talmente tanti rischi (anche civilistici) che non si possono qui riassumere.
PREMESSA

Un'azienda X, che costruisce macchine ed impianti per l'industria alimentare, ospita in sede il server di un conoscente Y, a livello di favore personale.

Purtroppo "favore personale" e' un termine che fiscalmente ha poco di apprezzabile, e puo' portare ad equivoci se, come e' necessario, vi siano altri rapporti che giustificano il favore.

Su tale server sono presenti dei siti web e delle caselle di posta elettronica.

Al momento il sito e le caselle dell'azienda X non sono su questo server.

Immagino siano altri siti di altre aziende. Hosting quindi, oppure housing condiviso (e la condivisione andrebbe precisata).

DOMANDE

La presenza in sede di tale server viola qualche legge/regolamento ?

Violazioni, non necessariamente. Probabile qualche manchevolezza ai fini della privacy, quanto a sicurezza, dps, certificazioni.

La gestione fiduciaria potrebbe portare conseguenze penali (associazione in qualche reato, pensiamo a diffamazione o offese a mezzo email o sito o a mezzo condivisione cartelle, se non c'e' email ne' sito) in mancanza di un rapporto contrattuale scritto.

In tal caso sarebbe una soluzione installare su tale server anche il sito e le caselle dell'azienda X (pur rimanendo il server di proprietà di Y) ?

Sono tematiche giuridiche totalmente indipendenti e con conseguenze giuridiche indifferenti. Purtroppo una soluzione del genere non farebbe altro che sviare l'attenzione sul tema centrale della condivisione di cartelle con l'azienda.

Per quanto concerne la responsabilità dei contenuti e delle azioni di tale server, è sufficiente una documento firmato da entrambe le parti, in cui il proprietario del server Y si assume ogni responsabilità, premesso che al server venga dedicato un IP proprietario ?

L'Ip proprietario e' un aspetto informatico che dovrebbe restare irrilevante se non richiesto per il funzionamento (probabile), ma non per la qualificazione giuridica del rapporto.

L'assunzione di responsabilità non e' la sola cosa da fare, visto e considerato che comunque l'azienda che ospita cartelle in un server condiviso con altri siti si espone a precisi obblighi di funzionamento ai quali non puo' rinunciare.

Consiglio personale: non e' il caso di risparmiare su una seria consulenza in materia per redigere un semplice contratto. Per esperienza trovo che i professionisti migliori non sono quelli che si fanno pagare di piu'.

Se e' interessato non esiti a contattarci per un preventivo gratuito tramite il link indicato. Se di Milano meglio ancora, possiamo incontrarci per una consulenza.


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