Il codice deontologico forense: uno studio visuale
Il codice deontologico e' scritto formalmente bene ?
Questa domanda e' nata analizzandolo con alcuni strumenti.
Prima di tutto e' discretamente lungo, ma non lessicamente non complesso. In poche parole e' organizzato bene, ed usa un linguaggio ricorrente, tecnico ma non di difficile comprensione.
I termini piu' usati evidenziano l'attenzione del codice: gli obblighi degli avvocati. Le facolta' invece non hanno parte rilevante.
Grande attenzione sull'attivita', le misure disciplinari e sanzionatorie: e' quindi un testo coercitivo piu' che propositivo.
L'analisi dell'indice visuale invece rileva un netto sbilanciamento ancora una volta sulle sanzioni, rapporti con i testimoni e, sorprendentemente, su arbitrato e mediazione.
Grandissima parte viene dedicata a come l'avvocato deve informare. Una insieme pesante, ricco e approfondito di comportamenti legali al dovere e alle facolta' di informare, che rendono la professione veramente limitata sotto il profilo della liberta' di espressione, naturalmente per la natura stessa dell'attivita'.
Sono temi tuttavia poco evidenziati da chiunque come un insieme di norme che limitano e regolano pesantemente quello che l'avvocato deve e puo' dire. Non ci si e' ancora riflettuto abbastanza.
Il codice nuovo e' in vigore. Sono piu' vive che mai le critiche gia' fatte alla prima stesura, quando ancora il codice non era mai stato scritto e vi era una giurisprudenza costante, ma non un codice. Sono tornate in voga, perche' alcune norme si spostano in avanti oltre i limiti di legge, secondo alcuni.
E si deve registrare che posizioni isolate hanno avuto conferme giurisprudenziali.
Tuttavia resta un buon testo per organizzazione ed esposizione, nel complesso e sotto il profilo visuale.
Il testo e' disponibile qui: Nuovo Codice Deontologico ForenseAiga
--album,5,codice deontologico--
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